L’anno scorso ho iniziato quasi per gioco a tenere la lista delle mie letture qui sul blog e l’esperimento si è rivelato molto più utile del previsto, al punto che mi sentirei di consigliare lo stesso a qualsiasi lettore e lettrice.

Tenere la lista dei libri letti infatti mi ha aiutata a definire molto più chiaramente:

• cosa mi piace leggere
• cosa non mi piace leggere
• cosa voglio leggere
• gli autori, le autrici e le case editrici che mi interessano maggiormente
• filoni tematici da seguire e approfondire
• temi ricorrenti da mettere in relazione tra loro

Questo mi permette di essere ogni giorno più consapevole dei miei gusti, di cosa cercare, quali novità seguire, che libri comprare. Mi evita anche sostanziali delusioni e di prendere libri che già so che non leggerò mai o che non sono nelle mie corde.

E se il 2020 si è chiuso a quota 41 libri letti, per il 2021 conto di replicare e se possibile di fare anche meglio, considerando che non ho più la televisione, vivo da sola e finalmente ho tantissimo tempo da dedicare alla lettura.

E voi che obiettivi avete per quest’anno?

☞ Cosa ho letto a Gennaio

L’anno è iniziato incredibilmente bene con tanti bei libri e una graphic novel, tra novità appena uscite e titoli che avevo in libreria da recuperare.

Complici le vacanze di Natale, il non avere la tv a casa nuova e l’aver trovato dei nuovi ritmi tutti miei nella vita da sola, ho scoperto di poter dedicare gran parte del mio tempo libero alla lettura, cosa di cui sono davvero molto felice.

#1 La ragazza del convenience store (Murata Sayaka, Edizioni e/o)

Abbiamo letto questo libro insieme per l’edizione natalizia del Freaks Book Club e a questo titolo è dedicata una recensione approfondita qui sul blog.

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#2 Febbre bianca (Jacek Hugo-Bader, Keller)

Il giornalista Jacek Hugo-Bader parte alla scoperta della Siberia, deciso ad attraversarla in pieno inverno da Mosca a Vladivostok, a bordo di una jeep russa modificata.

Nel corso di qualche mese attraversa da solo un continente che è grande due volte e mezzo l’America, pieno di banditi e dove le strade sono spesso sterrate e fangose, quando non si tratta addirittura di laghi ghiacciati.

Lungo la sua odissea, Hugo-Bader scopre una faccia della Russia fatta di grandi tragedie umane, ma anche un inatteso humour nero tra i pastori di renne, le tribù nomadi, gli ex hippy, gli sciamani, i senzatetto e i seguaci di alcune delle molte religioni arcane che ancora fioriscono in questa terra isolata e incredibile.

Questo libro mi ha fatto venir una gran voglia di approfondire e poi, appena sarà possibile, partire.

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#3 Patria (Toni Fejzula, Guanda)

La graphic novel “Patria” è tratta dall’omonimo romanzo e successo internazionale di Fernando Aramburu, che avevo letto un paio di anni fa.

Da appassionata di graphic novel, non potevo perdermi questo adattamento, per cui l’ho letto con grade interesse, anche se la storia segue molto fedelmente quella del romanzo.

La vicenda ci riporta agli anni del conflitto basco, quando l’ETA portava avanti la sua lotta armata con atti di terrorismo vero e proprio, che andavano dagli scontri in piazza alle bombe e agli omicidi sommari per le strade.

Attraverso la vicende di due famiglie legate a doppio filo, “Patria” racconta una comunità lacerata dal fanatismo politico, ma anche una storia di gente comune, di affetti feriti e di vite da ricostruire.

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#4 Ragazza, Donna, Altro (Bernardine Evaristo, Sur)

Si è parlato e si continua a parlare molto di questo libro sui social e non solo, e mi ha incuriosita moltissimo fin dalla sua redente uscita.

Il libro è composto da dodici racconti più due capitoli finali: dodici protagoniste con altrettante storie che si intrecciano tra loro nei modi più inaspettati.

“Ragazza, Donna, Altro” è un libro che parla di femminismo intersezionale e lo fa attraverso la narrativa, per spiegare in che modo l’essere donna, l’essere nera, l’essere gay, l’essere trans, l’essere povera si combinino insieme per collocare nel mondo le protagoniste di queste storie, così autentiche da essere quasi reali.

In questo romanzo corale, le vite di queste donne sono cucite insieme come in un arazzo e formano un romanzo anticonvenzionale che rilegge un secolo di storia inglese da una prospettiva inedita e necessaria.

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#5 L’acqua del lago non è mai dolce (Giulia Caminito, Bompiani)

Giulia Caminito ha solo 3 anni più di me, non mi stupisce quindi di essermi ritrovata così tanto nella storia – a tratti autobiografica – della protagonista che nelle pagine di questo libro attraversa gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza fino alla soglia dell’età adulta, a cavallo tra la fine degli anni Novanta e l’inizio degli anni Duemila.

Ma non è questa l’unica cosa che ci lega. La storia è ambientata in parte a Roma, ma ben presto si sposta sulle rive del lago di Bracciano e in particolare ad Anguillara Sabazia, luoghi che conosco bene a amo molto.

La protagonista nasce in una famiglia povera e numerosa, in cui il problema dei soldi e del non avere una casa propria diventa un’ossessione che ne condiziona il saper stare insieme. Povertà e ignoranza sentimentale minano le basi stesse del rapporto umano tra loro.

Lei cresce indossando i vestiti del fratello maggiore, senza tv, senza telefono, senza computer, facendo la pendolare tra Anguillara e Roma per andare a scuola, si guadagna duramente i voti migliori, ma dentro di sé cova una rabbia incontrollabile e una disperazione che la porteranno a compiere gesti inauditi e inaspettati.

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#6 Addio fantasmi (Nadia Terranova, Einaudi)

La protagonista Ida è una donna adulta, originaria di Messina, che vive da molti anni ormai a Roma con suo marito, all’interno di un matrimonio che ha ormai perso passione e intimità.

Un giorno sua madre le telefona, dicendole che vuole vendere la casa di famiglia a Messina. Tornando nella sua abitazione d’infanzia per dare una mano, Ida affronterà qualcosa di irrisolto che ha profondamente condizionato le loro esistenze: la scomparsa del padre.

Ventitré anni prima, infatti, suo padre è scomparso senza lasciare traccia e su quella mancanza si è costruito il rapporto di Ida con la madre, con il marito, con se stessa, attraverso una costante paura e un senso di mancanza. Questo viaggio diventa allora l’occasione di affrontare il suo passato e provare a dire veramente addio a tutto ciò che si è lasciata alle spalle.

Un libro un po’ lontano dai miei gusti di lettrice, che però mi è piaciuto soprattutto grazie al finale di grande pathos.

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☞ Cosa ho letto a Febbraio

Il mese di febbraio si apre all’insegna dei titoli Adelphi acquistati approfittando degli sconti al 20%, che mi hanno consentito di recuperare un po’ di libri in wishlist da tempo.

In realtà questo mese non sono riuscita a leggere molti romanzi per mancanza di concentrazione, quindi mi sono dedicata per lo più alla poesia, dove ho trovato conforto e ispirazione.

Ecco cosa ho letto questo mese!

#7 Abbiamo sempre vissuto nel castello (Shirley Jackson, Adelphi)

Era da diversi mesi che Shirley Jackson si trovava in cima alle autrici da recuperare assolutamente: sono partita da quello che è il suo titolo più celebre probabilmente, “Abbiamo sempre vissuto nel castello”.

Considerata la regina dell’horror, la scrittrice riesce a costruire degli scenari intrisi di inquietudine, in cui si indaga sulle possibili forme del Male.

Sicuramente è un concetto di “horror” molto diverso da quello a cui siamo abituati oggi, eppure il libro non manca di fare il suo dovere, lasciando aperti grandi interrogativi.

Qui le protagoniste sono due giovani sorelle, all’apparenza tanto innocenti, eppure sospettate di aver commesso un atroce delitto… La lettura vi svelerà come sono andate veramente le cose, in un mix di detto e non detto ricco di fascino.

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#8 Come una formica rossa in una goccia d’acqua (Duilio Scalici, Giulio Perrone Editore)

Questo breve romanzo è una piccola favola distopica che si legge in modo scorrevole in poche ore. Il protagonista Limbo vive in un mondo in cui lo Stato controlla ogni cosa e le persone hanno smesso ormai da tempo di pensare con la propria testa.

A ogni cittadino viene assegnato un lavoro dalle Stato stesso e Limbo riveste il ruolo di Morte, occupandosi ogni giorno di far morire le persone indicate. Un lavoro d’ufficio come un altro.

La sua vita procede senza intoppi fino a quando un incontro non cambierà la sua vita, facendolo pensare per la prima volta. Anche il mondo più perfetto può incepparsi, lasciando trapelare tra le sue crepe il dubbio e l’incertezza.

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#9 La figlia unica (Guadalupe Nettel, La nuova frontiera)

Libro letto insieme per l’appuntamento di febbraio con il Freaks Book Club. Scopri la recensione approfondita!

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#10 Monokerostina (Alessandro Baronciani, autopubblicazione)

Nato da una raccolta fondi sul sito dell’autore, Monokerostina è un forma-fumetto e un originalissimo progetto grafico di Alessandro Baronciani.

La graphic novel arriva in una scatola che ricorda quella di un vero e proprio farmaco, con tanto di foglietto illustrativo con le istruzioni per la somministrazione.

al suo interno, 12 libricini, da leggere in ordine sparso alla ricerca degli indizi che li ricollegano l’uno all’altro, dando senso a tutta la storia.

Un fumetto che è anche un gioco, un rompicapo ma soprattutto un piccolo capolavoro di grafica e creatività. Non potevo non acquistarne una copia!

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#11 Milk and honey (Rupi Kaur, Edizioni Tre60)

“Milk and honey. Parole d’amore, di dolore, di perdita e di rinascita” è il titolo esteso di questa raccolta poetica d’esordio di Rupi Kaur, una giovane poetessa, artista e perforarm canadese di origine indiana.

Questo libro mi è stato regalato a sorpresa da un’amica ed è stata una rivelazione: ne sono rimasta folgorata, l’ho divorata in una sera riempiendo il libro di orecchie e sottolineature.

È una poesia semplice, diretta, immediata, a tratti rasenta un manuale motivazionale con delle “statement sentences” ossia delle frasi esemplari che racchiudono un concetto importante in poche parole.

Si parla di amore per se stess*, relazioni, sesso, stupro, madri, femminismo, perdita, ma anche rinascita: una carica di self-love e motivazione che fanno bene all’umore.

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#12 The sun and her flower (Rupi Kaur, Edizioni Tre60)

Dopo aver letto e amato la prima raccolta, ho voluto recuperare anche gli altri due libri di Rupi Kaur, tutti editi in Italia da Tre60.

“The sun and her flower” riprende in gran parte i temi già affrontati in “Milk and honey”, ma questo secondo libro è più corposo e per certi aspetti più maturo.

Parla molto anche di immigrazione e della storia della sua famiglia, della madre, del padre e della sua comunità. Come giovane donna indiana, celebra le sue radici e le sue diverse identità culturali e linguistiche.

Vi lascio qui sotto un video di un suo TEDx in cui interpreta la sua poesia “home” contenuta nella raccolta e che racconta di uno stupro.

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#13 Home body (Rupi Kaur, Edizioni Tre60)

Concludiamo la parentesi Rupi Kaur con il suo terzo e ultimo libro che ho avuto il piacere di leggere in anteprima grazie alla collaborazione con la casa editrice. Uscirà in Italia il 04 marzo.

In questo volume, che italiano riporta il sottotitolo “il mio corpo è la mia casa” l’autrice si concentra sul rapporto con il proprio corpo, ma riflette anche su tematiche ambientali ed ecologiste, facendo quindi un parallelo tra il nostro corpo e il nostro Pianeta, due forme di “casa” diverse e complementari.

[…] voglio avere l’aspetto di una che non ha
mai avuto paura di lasciare che il mondo
la prendesse per mano
e le mostrasse di cos’è fatto
voglio andarmene sapendo
di aver usato il corpo per qualcosa
di diverso dal tentare
di farlo sembrare perfetto

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#14 Poesie (Chiara Lev Mazzetti, Edizioni di Atlantide)

Chiara Lev Mazzetti esordisce con questo libro di poesie che raccontano di un amore lesbico.

Alla relazione con la donna amata segue la separazione, e la poeta mette su carta le emozioni che la attraversano dopo la fine della relazione.

È una poesia semplice, accessibile, delicata e ricca di immagini evocative. Si legge con estrema facilità e tocca corde profonde.

Tutto è fatica tutto ti si addice
la felicità le piccole parole
e non si può dir certo ch’io dimentichi:
a bruciapelo aspetto ancora
te nel petto

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☞ Cosa ho letto a Marzo

Marzo è stato un mese di alti e bassi, a volte la concentrazione per la lettura è venuta meno e quindi ho preferito concentrarmi su contenuti più brevi (poesie) o meno impegnativi (libri illustrati e graphic novel).

Per fortuna poi verso fine mese tutto è rientrato nella norma grazie al libro giusto e sono riuscita e finire anche un bel tomone come “Le divoratrici” in pochi giorni.

Ecco tutto quello che ho letto questo mese!

#15 In comode rate (Beatrice Zerbini, Interno poesia)

“In comode rate” è l’opera prima di Beatrice Zerbini, una raccolta poetica di versi d’amore e di amori, di incontri e separazioni, di folgorazioni e improvvise mancanze.

Poesie accessibili, dense e ricche di immagini potenti. Ho amato moltissimo questo libro.

[…]
e mentre vorrei, per un istante,
nel lampo degli occhi,
riapparirti e dirti
“sono qui ancora,
sempre io, che amavi”,
sono il guscio del tuo abbraccio
senza frutto
e il mio perderti sei tu
che perdi me.

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#16 Le cose possibili (Martina Germani Riccardi, Interno poesia)

L’opera prima di Martina Germani Riccardi è la mappa di una geografia interiore, un viaggio tra le “cose possibili”, vissute e offerte ai lettori con sguardo poetico.

Non ci sono orpelli concettuali o filosofici, non c’è retorica, la voce della poeta è come un piccolo oracolo pop rock, contemporanea e fresca, che non ha paura di mostrarsi sincera e senza veli.

ho il morso chiuso
il morso nello stomaco
un morso sul braccio.

non so come dire la stanchezza antica
anche se dirla non serve a niente.

non trovo la chiave
delle tue cento porte chiuse.
sono brava solo a farmi male
sbattendoci contro

e mi si spezzano i sentimenti

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#17 Autostima fisica (Romeo Lippo, autopubblicazione)

Romeo Lippi psicologo esperto di autostima conosciuto sui social come “Lo psicologo del rock”, ha scritto questo manuale tutto dedicato all’autostima fisica.

Il libro è un viaggio tra canzoni, storie ed esercizi pratici per arrivare alla versione migliore di noi stessi/e. Attraverso teoria ed esercizi pratici, Romeo ci aiuta a sviluppare il potenziale di bellezza nascosto in noi.

Un libro che consiglio soprattutto a chi vive con insicurezza il rapporto con il proprio corpo e vuole mettersi in gioco per apprendere questa competenza e stare finalmente meglio con se stesso/a.

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#18 Unfollow (Lukas Juliger, Blu Atlantide)

Earthboi è ragazzo misterioso e magico, antico come il mondo stesso. Un giorno appare ai nostri giorni e ha un compito preciso: riportare l’umanità sulla giusta strada e recuperare il rapporto con la Natura, ormai sempre più vicina alla catastrofe.

In breve Earthboi, oggetto di un vero e proprio culto messianico, diventa un leader carismatico famoso in tutto il mondo grazie ai social al web. Ma quando cerca di creare una comunità di persone che la pensano come lui, succederà qualcosa di inaspettato.

Una graphic novel particolarissima, attuale nei temi e dal finale sorprendente.

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#19 La vita giapponese illustrata (Laure Kié e Haruna Kishi, Slow Food Editore)

Slow Food Editore propone questa guida illustrata alla vita giapponese: dalle informazioni essenziali sulla vita quotidiana, passando attraverso cultura, arte, cucina, feste… Un invito alla scoperta dell’arte di vivere nipponica, per conoscere meglio questo paese affascinante.

Perfetto sia se si sta programmando un viaggio in Giappone che come regalo per tutti gli appassionati del Paese del Sol Levante. Interessante, originale e ricco di splendide illustrazioni.

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#20 Le divoratrici (Lara Williams, Blackie Edizioni)

Libro letto a marzo per il quinto appuntamento del Freaks Book Club. Ne ho parlato in modo approfondito nel post dedicato!

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☞ Cosa ho letto ad Aprile

Aprile è stato un mese con un bilancio un po’ inferiore in termini di libri letti: solo tre, di cui due amati molto e uno odiato altrettanto.

Proprio l’ultima lettura del mese mi ha rallentata, ma succede: la vita di una lettrice è fatta di momenti di grande voracità e altri di stasi, alcuni libri ci risucchiano, altri ci respingono, costringendoci a dilatare i ritmi.

E alla fine anche un libro non piaciuto è pur sempre un libro che genera confronto e dibattito, per cui nel complesso sono soddisfatta anche di questo mese! Ecco cosa ho letto:

#21 Transito (Aixa de la Cruz, Giulio Perrone Editore)

Aixa de la Cruz scrive un libro ibrido tra auto-fiction e saggio femminista, affronta tematiche forti che rispecchiano le domande e i dubbi di una generazione intera.

Alla soglia dei trent’anni, l’autrice vive una serie di momenti di epifania e ripercorre il rapporto con biopadre, la scoperta della sua sessualità, l’uso di droghe, scopre la propria identità e affronta questioni attuali come le torture nelle prigioni di Abu Ghraib e il #MeToo.

Un libro intenso, potente, illuminante e al tempo stesso scorrevole che ho divorato in poche ore. Consigliatissimo.

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#22 La città dei vivi (Nicola Lagioia, Einaudi)

Può un caso di cronaca si trasformarsi in letteratura? Nicola Lagioia tenta l’impresa e ci riesce a pieno, sulle orme dei grandi autori di reportage di cronaca nera.

La vicenda è quella dell’omicidio di Luca Varani, il caso di cronaca nera più efferato degli ultimi anni. Un libro che è anche un’indagine sulla natura umana, sulla responsabilità e la colpa, sull’istinto di sopraffazione e il libero arbitrio.

Accanto ai fatti di cronaca poi c’è l’altra grande protagonista: la città di Roma, percorsa nei suoi quartieri centrali e periferici, a ogni ora del giorno e della notte, restituendo un grande affresco umano dove la linea di divisione tra Bene e Male è più sottile che mai.

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#23 Adorazione (Alice Urciuolo, 66thand2nd)

A volte (purtroppo) mi capita di prendere un granchio con i libri che scelgo: parto con le migliori intenzioni, certa che possa essere una lettura nelle mie corde… E poi invece il libro in questione si rivela una delusione totale.

È il caso di “Adorazione”, un libro che definirei brutto senza troppi giri di parole. L’autrice Alice Urciuolo viene dalla scrittura cinematografica, è una sceneggiatrice, tra le altre serie ha lavorato anche a Skam Italia. Ma se come sceneggiatrice è sicuramente molto brava, questo talento ingombrante affossa totalmente la scrittura narrativa.

Il libro infatti è didascalico, affollato da mille personaggi inutili, i protagonisti non hanno una reale profondità e tutte le altre figure che ruotano attorno a loro sono solo decine di nomi che ingombrano le pagine e creano confusione nel lettore.

Potrei smontare il libro sotto ogni punto di vista, perché veramente non mi è piaciuto nulla. Ma mi fermo per questioni di spazio e mi limito a dire che per me è stato un grande NO.

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☞ Cosa ho letto a Maggio

#24 La sostanza instabile (Giulia Lombezzi, Giulio Perrone Editore)

Romanzo d’esordio per Giulia Lombezzi, arrivata finalista al Premio Calvino 2020. Una giovane firma promettente, con uno stile preciso e una grande padronanza del ritmo narrativo.

La vicenda di fantasia prende lo spunto da un antefatto vero, l’episodio di panico di massa avvenuto a Piazza San Carlo a Torino il 3 giugno 2017 che portò alla morte di tre persone. Lombezzi racconta un episodio simile ambientato a Milano, in occasione di una partita di calcio trasmessa su un maxi schermo sotto l’Arco della Pace.

Migliaia di persone riunite insieme in quella piazza, poi un’esplosione improvvisa, il caos, chi riesce a scappare e chi viene travolto dalla folla. Questo romanzo pone tutti e tutte noi difronte a una domanda esistenziale: chi siamo quando abbiamo paura? Cosa siamo disposti a fare per salvarci?

La risposta qui arriva da diversi personaggi, attraverso una storia composita e corale. Libro bellissimo, da leggere tutto d’un fiato.

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#25 Un romanzo russo (Emmanuel Carrère, Adelphi)

Un Carrère ogni tanto è un piacere al quale indulgo come lettrice. Se voglio leggere un bel libro, scritto divinamente, allora so già dove andare. Per questo non ho ancora letto tutto di questo autore, ma centellino i suoi titoli in un paio all’anno, con moderazione.

In questo libro che fonde il romanzo autobiografico con il reportage di viaggio, l’autore va alla ricerca delle proprie origini e di se stesso a Kotel’nič, una cittadina russa sperduta a ottocento chilometri da Mosca, per realizzare un documentario.

Il piano personale si intreccia con la storia della cittadina, dei suoi abitanti, in una narrazione a mosaico che mette insieme tante storie in un unico, grande, romanzo russo.

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☞ Cosa ho letto a giugno

#26 X (Valentina Mira, Fandango libri)

Direttamente dal podio dei peggiori dell’anno insieme ad “Adorazione” arriva anche questo romanzo d’esordio di Valentina Mira, un piccolo caso editoriale che ha fatto esplodere i social e parlare di sé per diversi mesi.

La storia è quella autobiografica di uno stupro subito dall’autrice, un abuso consumato quasi senza violenza fisica, che proprio per questo appare più difficile da chiamare col suo nome, s-t-u-p-r-o.

“X” è una storia di denuncia, di presa di consapevolezza e in un certo senso anche di empowerment, perché consente non solo all’autrice di diventare la protagonista della sua storia raccontandola finalmente ad alta voce, ma anche di squarciare il velo del tabù che lo stupro è tale solo se la donna ne esce morta o quasi.

Importante il tema, bello l’intento, potente il messaggio… Ma libro scritto male, al punto da distogliere l’attenzione dalla gravità di ciò che viene narrato. Una scrittura talmente banale che risulta quasi difficile da leggere.

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#27 L’ultimo amore di Baba Dunja (Alina Bronsky, Keller)

Quest’anno più che mai sto nutrendo e ampliando il mio amore per la Russia, per l’est Europa e in particolare il mio interesse per Chernobyl. Questo romanzo si inserisce perfettamente in questo filone di belle letture e approfondimenti sul tema.

Ci troviamo a Chernovo, a due passi da Chernobyl, dopo l’incidente nucleare che ha causato l’evacuazione di quelle zone e il divieto assoluto di viverci. Ma Baba Dunja, ormai anziana, sceglie di tornare a vivere in quelle terre, nella sua casa di campagna, dove coltiva il suo orto e vive un’esistenza tranquilla con una piccola comunità di persone che ha fatto la sua stessa scelta.

Questa è una storia di grande umanità, di grande dolore e di grande resilienza. Una bellissima lettura e un personaggio dolcissimo indimenticabile.

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☞ Cosa ho letto a Luglio

#28 Due vite (Emanuele Trevi, Neri Pozza)

Vincitore del Premio Strega 2021, questo piccolo librino di Emanuele Trevi è  il raconto di due vite, quella di Rocco Carbone e Pia Pera, scrittori prematuramente scomparsi qualche tempo fa e legati, durante la loro breve esistenza, da profonda amicizia. 

Attraverso questa ricostruzione delle loro fisionomie, dei loro caratteri e dei loro lavori, Trevi sembra veramente fare il dono dell’immortalità a queste due figure, in quello che è insieme un atto di grande stima, profonda umanità ed eterna amicizia.

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#29 La ragazza A (Abigail Dean, Einaudi)

Con “La ragazza A” entriamo nel vivo delle mie letture estive, grazie a questo bel romanzo avvincente che rispecchia perfettamente i miei gusti di lettrice con una storia di orrori ispirata a fatti realmente accaduti.

Lex è parte di una famiglia numerosa e ha vissuto un’infanzia di abusi e violenze da parte dei genitori che lei chiama in modo significativo Madre e Padre. La sua infanzia da dimenticare ha fine nel momento in cui riesce a scappare e dare l’allarme, salvando se stessa e i suoi fratelli e sorelle.

Alla morte della madre, però, si troverà a gestire una scomoda eredità, che la porterà a riaprire vecchie ferite del passato e a ripercorrere la sua storia.

Un libro perfetto, molto consigliato!

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#30 Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata (Raphael Bob-Waksberg, Einaudi)

Dal creatore di BoJack Horseman arrivano questi 15 racconti pieni di umorismo e sincerità sul sentimento più bello e su quello più terribile di tutti: l’amore.

Chiunque abbia visto qualche puntata della celebre serie Netflix “BoJack Horseman” sa che il talento di Raphael Bob-Waksberg si sviluppa in una cifra unica, personalissima: quella in cui l’ironia più amara diventa un bisturi affilatissimo che taglia i nodi delle relazioni umane.

«Le persone si dividono in due tipi: quelle che non vuoi toccare perché hai paura che si spezzino e quelle che non vuoi toccare perché hai paura che ti spezzino».

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☞ Cosa ho letto ad Agosto

#31 Macello (Maurizio Fiorino, Edizioni e/o)

Sono molto contenta di aver letto questo romanzo in anteprima prima della fine dell’estate, perché è stato il libro perfetto da gustarmi in una rilassante giornata di lago.

Rispetto al libro pretendete dell’autore tornano temi analoghi (l’omosessualità, il rapporto con i genitori, la vergogna) e le ambientazioni (un sud Italia immobile e desolato, quasi mitico), ma non c’è più traccia di ironia e spensieratezza.

“Macello” è un romanzo amaro, che dietro la lievità della sua scrittura lascia emergere con delicatezza tutto il peso dei drammi umani di cui racconta.

Un libro bellissimo da leggere in poche ore, molto consigliato. In uscita il 25 agosto.

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#32 Una vita come tante (Hanya Yanagihara, Sellerio)

Ad agosto ho avuto la brillante idea di leggere questo libro-mattone di quasi 1100 pagine di cui così tanto avevo sentito parlare sui social. Diciamoci pure la verità, questa copertina ha letteralmente invaso Instagram e ha fatto parlare di sé in lungo e in largo. Potevo forse esimermi dal leggerlo per potermi fare un’opinione in merito?

Ebbene, è stata una lettura molto sofferta, che alla fine ho odiato dalla prima all’ultima pagina. Non mi è piaciuto al punto che gli ho dedicato una video recensione negativa di mezz’ora sul mio canale YouTube.

Senza ripetermi, qui trovate tutto quello che penso di questo libro!

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☞ Cosa ho letto a Settembre

#33 Tre piani (Eshkol Nevo, Neri Pozza)

Siamo in Israele, nei pressi di Tel Aviv, in un tranquillo quartiere borghese si erge una palazzina di tre piani. Eppure, dietro quelle porte blindate, la vita non è affatto dello stesso tenore per tutti.

Tre i piani e tre le storie di vari inquilini che procedono parallele, a tratti si intrecciano per poi proseguire ognuna per la sua strada. Ciò che emerge è l’affresco di un periodo storico, di una condizione sociale, ma anche delle più profonde paure e necessità umane.

Amore, tradimento, ricordo, perdita sono alcuni dei temi che concorrono a creare personaggi vivi, profondi e delicati al tempo stesso. Una lettura molto bella e sfaccettata, che può essere affrontata su diversi livelli di interpretazione.

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#34 Le transizioni (Pajtim Statovci, Sellerio)

A partire dall’adolescenza poverissima a Tirana, Bujar narra la sua storia in prima persona. I genitori, la sorella, l’amicizia con Agim, coetaneo e vicino di casa, rifiutato dalla famiglia per il suo orientamento sessuale. Entrambi fuori luogo in un paese devastato dalla guerra e dalla povertà, sempre più dipendenti l’uno dall’altro, decidono di fuggire da tutto ciò.

Dall’isolamento e l’umiliazione, dalla vergogna della solitudine, prende forma man mano un diverso Bujar, una creatura nuova che non ha più origine e nazionalità, e che è pronta a sfidare e ad abitare il mondo intero.

Un libro che esplora il tema dell’identità secondo una doppia declinazione: identità culturale, patria e terra d’origine; identità sessuale, fluidità e orientamento.

In entrambi i casi assistiamo a dei movimenti di transizione, mai rigidi, il protagonista affronta un cambiamento costante e continuo che dà vita a un romanzo lento ma intensissimo e sorprendente.

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☞ Cosa ho letto a Ottobre

#35 I miei stupidi intenti (Bernardo Zannoni, Sellerio)

Archie è una faina, e la storia si svolge attraverso i suoi occhi. Ne “i miei stupidi intenti” gli animali sono antropomorfi e parlano, pensano, provano sentimenti come gli esseri umani.

Ma quando alcuni di loro imparano persino a leggere e a scrivere, scoprono cose come Dio, la Vita e la Morte. Meglio allora rimanere in quella sorta di innocenza in cui si è ignari di tutto, o pagare il prezzo della conoscenza?

Una bella favola che mi ha riportata ai tempi del liceo, con le versioni di latino dei classici. Una riflessione scritta in termini semplici, ma dal significato profondo.

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☞ Cosa ho letto a Novembre

#36 Il ragazzo selvatico (Paolo Cognetti, Terre di Mezzo Editore)

Ci sono libri che sembrano scritti per noi, per cui senza apparente motivo ci toccano più di altri. Per me è stato così con questo piccolo librino di Paolo Cognetti, un quaderno di montagna su cui l’autore ha scritto appunti e riflessioni nei primi mesi della sua fuga da Milano, quando lasciò la città per andare a vivere in alta montagna.

Pagine preziose in cui ho ritrovato il senso del tutto, la connessione profonda con la natura, il silenzio, l’isolamento, la meditazione e la conoscenza profonda di sé e poi il ritorno agli altri. Un vera perla.

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#37 Il ballo delle pazze (Victoria Mas, Edizioni e/o)

Parigi, 1885. A fine Ottocento l’ospedale della Salpêtrière è né più né meno che un manicomio femminile. La maggior parte delle cosiddette alienate, però, sono semplicemente donne “scomode”, rifiutate, che le loro famiglie abbandonano in ospedale per sbarazzarsene.

Qui si incontrano le storie di diversi personaggi femminili, le cui sorti sono state, per motivi molto diversi tra loro, decise dagli uomini e dal loro ruolo di potere. A sconvolgere e trasformare la loro vita sarà il “ballo delle pazze”, ossia il ballo mascherato che si tiene ogni anno alla Salpêtrière e a cui viene invitata la crème di Parigi. In quell’occasione, mascherarsi farà cadere le maschere…

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#38 La felicità del lupo (Paolo Cognetti, Einaudi)

Ancora Paolo Cognetti, stavolta con il suo ultimo romanzo. Ambientato sempre in alta quota, narra l’incontro del protagonista – alter ego dell’autore – con una giovane ragazza fuggita in alta montagna per evadere dai problemi della vita famigliare cittadina.

Qui i due avranno una breve storia passionale, attorno alla quale prende forma un universo di personaggi che popolano la montagna, i piccoli drammi di ognuno di loro e la natura a tratti inospitale.

Leggere Cognetti è un po’ come tornare a casa, sai sempre di trovare una scrittura accogliente, semplice, piana, ma cristallina e profonda come l’acqua di un torrente.

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☞ Cosa ho letto a Dicembre

#39 Mastro Geppetto (Fabio Stassi, Sellerio)

Tutti abbiamo presente “Pinocchio” di Collodi, una fiaba che ha segnato la nostra infanzia e quella dei nostri genitori e dei nostri nonni prima di noi. Ecco, io Pinocchio non l’ho mai potuto soffrire. Cosa aspettarmi allora da questo libro? Fabio Stassi ha riscritto la storia mettendo Geppetto al centro: un protagonista che è ultimo tra gli ultimi, maltrattato, deriso dai suoi simili e, in fondo, dalla vita stessa.

Una storia straziante, in cui le ingiustizie stringono lo stomaco e fanno salire un nodo in gola a ogni pagina, perché non c’è assoluzione e non c’è salvezza. Ma c’è la bellezza pura, quella di una lingua tagliente, precisa, profondissima e poetica. Una vera meraviglia da leggere.

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#40 Le rimanenze (Giulia Fuso, Interno Poesia)

Sono versi lirici e drammatici quelli con cui Giulia Fuso ferma le proprie emozioni e le proprie cadute. C’è come la volontà di portare alla luce pensieri autentici e, proprio per questo, non sempre piacevoli.

Una poesia che fa un lavoro di consapevolezza, riflette sul dolore senza paura e porta a galla le contraddizioni della quotidianità in modo semplice e illuminante.

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#41 Atti di sottomissione (Megan Nolan, NNE)

In questo romanzo l’autrice racconta una storia di anti-amore, interrogandosi su cosa significa vivere in funzione del desiderio altrui, della volontà di essere amate a tutti i costi, rinunciando a ogni filtro che non sia lo sguardo dell’altro.

Attraverso un monologo interiore serrato e sincero, “Atti di sottomissione” parla della seduzione del nulla, che può piegare il senso stesso dell’amore rovesciando certezze, moralismi, rivendicazioni e cliché, in un’estenuante battaglia interiore per la conquista delle proprie emozioni.

Una delle letture migliori del mio 2021, che mi ha scossa e costretta a fare i conti con me stessa. Libro molto bello e consigliatissimo!

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#42 Lei che non tocca mai terra (Andrea Donaera, NNE)

Miriam è in coma dopo un incidente. È lei la protagonista assente di cui però conosciamo i pensieri, mentre lotta contro se stessa per tornare alla vita, svegliarsi, tornare a parlare e rispondere a tutti coloro che le gravitano attorno.

Attorno al letto della ragazza si muovono altre figure, che attendono il suo risveglio e prendono parte alla talking cure suggerita dalla dottoressa. In sette giorni, i racconti dei personaggi si alternano a svelare una trama di amore e morte, di salvezza e destino.

Una lettura molto particolare, onirica, non convenzionale. Un libro che si fa spazio nella mente piano piano, per poi conquistare in modo inesorabile.

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Audiolibri

A un certo punto del 2021 ho scoperto gli audiolibri, in modo del tutto casuale e senza grandi aspettative, credevo che non fossero una cosa per me… Invece poi ho completato il primo ascolto e sono stata folgorata da questa forma di fruizione dei libri del tutto diversa rispetto a ciò a cui ero abituata!

Così, un po’ per curiosità e un po’ per gioco, ho iniziato ad ascoltare moltissimi titoli e ne ho letteralmente finito uno dopo l’altro. In questa sezione raccoglierò i vari audiolibri ascoltati.

All’ascolto in audiolibro ho intenzione di destinare soprattutto le seguenti tipologie di libri:

• saggi
• romanzi meno impegnativi
• libri che voglio recuperare da una vita ma che poi tra una cosa e l’altra non leggo mai (soprattutto alcuni classici e altri libri molto corposi)

#1 Tutto chiede salvezza (Daniele Mencarelli, Mondadori)

Aaaaahhhh! Urlo di bellezza!!! S-T-U-P-E-N-D-O!!! M-E-R-A-V-I-G-L-I-O-S-O!!! Penso che questo sarà uno dei libri più belli del mio 2021, anche se non siamo ancora a metà anno finisce dritto dritto in top 5.

Considerando che ultimamente leggo quasi esclusivamente autrici donne e al contrario faccio molta fatica a leggere libri scritti da uomini, questo libro è stato una doppia sorpresa. Intenso, profondo, poetico, vero, duro, innocente, sorprendente, toccante e qualsiasi altra bella parola vi venga in mente.

Racconta di un ragazzo di vent’anni che a metà degli anni Novanta, in seguito a una violenta esplosione di rabbia, viene sottoposto a un TSO: trattamento sanitario obbligatorio. Si ritrova così per una settimana a condividere una stanza del reparto psichiatria con cinque compagni, cinque uomini con diversi disturbi mentali, sperimentando la quotidianità in un microcosmo a sé stante.

Vincitore del Premio Strega Giovani 2020, ascoltatelo o leggetelo perché merita.

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#2 Stai zitta e altre nove frasi che non vogliamo sentire più (Michela Murgia, Einaudi)

“Le parole sono importanti” diceva Nanni Moretti in un suo celebre film, e io che ho scritto una tesi di laurea sull’uso sessista della lingua italiana non posso che essere d’accordo.

In questo breve saggio che ho apprezzato molto, Michela Murgia evidenzia il legame mortificante che esiste tra le ingiustizie che viviamo e le parole che sentiamo. Il presupposto è che per ogni dislivello di diritti che le donne subiscono a causa del maschilismo esiste un impianto verbale che lo sostiene e lo giustifica. 

Uno spunto di riflessione molto interessante per parlare in modo più inclusivo e renderci conto di quanto la lingua condiziona il nostro modo di pensare e il mondo in cui viviamo (e viceversa).

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#3 Dovremmo essere tutti femministi (Chimamanda Ngozi Adichie, Einaudi)

Questo breve saggio è il risultato dell’adattamento di una conferenza TEDx di grande successo tenuta dall’autrice.

Attingendo in grande misura dalle proprie esperienze personali e riflessioni sull’attualità, Chimamanda Ngozi Adichie offre ai lettori una definizione originale del femminismo per il XXI secolo. “Dovremmo essere tutti femministi” è la speranza di riuscire a progettare un mondo diverso e più giusto per tutte e per tutti.

Una lettura fondamentale per capire la direzione del femminismo contemporaneo e come questo discorso abbia influito anche nella cultura pop del nostro tempo.

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#4 La sovrana lettrice (Alan Bennet, Adelphi)

Un bel giorno la regina d’Inghilterra scopre, per puro caso, il piacere della lettura: da quel momento se ne innamora a tal punto da iniziare a trascurare i propri doveri di sovrana, cercando di ritagliarsi sempre più tempo per starsene col naso tra i libri.

Questa passione coinvolgerà tutti gli aspetti della vita e delle relazioni della regina, portandola a una svolta inaspettata eppure del tutto necessaria nel finale.

Un libretto veloce, carino, scorrevole, per regalare un paio d’ore di relax in poco meno di 100 pagine.

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#5 Lamento di Portnoy (Philip Roth, Einaudi)

Questo libro che ho ascoltato è il caso perfetto di romanzo che probabilmente non sarei riuscita a leggere mai, eppure ero molto curiosa di dare una seconda possibilità a Philip Roth, uno scrittore che personalmente non mi fa impazzire (sì, lo so che è un mostro sacro per molti).

Lamento di Portnoy è il lunghissimo monologo che Alexander Portnoy (alter ego dell’autore) fa al suo psicanalista: una sorta di coscienza di Zeno dove però a prendere la parola è il paziente in prima persona.

Alex è un uomo brillante, di successo, in carriera, ma all’età di trentatré anni non ha mai superato il conflitto infantile con la famiglia ebrea – in particolare con la madre -, tra religione e regole restrittive con cui è cresciuto.

Il monologo senza censure mette a nudo la vita personale e familiare del protagonista, con descrizioni a tratti ironiche a tratti disturbanti della sua sessualità e del rapporto con le donne.

In gran parte è stato divertente da ascoltare, ma confermo l’impressione iniziale che non è un libro che avrei letto in altre circostanze.

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#6 Una cosa divertente che non farò mai più (David Foster Wallace, minimum fax)

Stessa storia che per gli altri libri di questa categoria, ecco un altro titolo a cui giravo intorno da una vita ma che ancora non avevo avuto il modo o la voglia di leggere.

Un ascolto spassoso e divertentissimo che è riuscito a rendere sopportabili anche i passaggi più descrittivi e compilativi del libro. L’arroganza e la sfrontatezza di DFW non sono esattamente nelle mie corde, ma ammetto che questo libro mi ha regalato dei momenti di puro spasso e gran belle risate.

Da recupera sicuramente come lettura estemporanea.

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#7 Splendi come vita (Maria Grazia Calandrone, Ponte alle Grazie)

Un’immagine apre il libro della poetessa Maria Grazia Calandrone “Splendi come vita”. Un trafiletto di giornale che racconta di una bambina, abbandonata su un prato a Villa Borghese, prima che sua madre si lanciasse nel Tevere, trovando la morte. É lei quella bambina, Maria Grazia.

Questo libro è una lettera d’amore alla madre adottiva. Non è la storia di un disamore, ma la storia di una perdita. Chi scrive è una bambina adottata, che ama immensamente la propria madre. Poi c’è una ferita primaria e la madre non crede più all’amore della figlia. Frattura su frattura, equivoco su equivoco, si arriva a una distanza siderale fra le due, a un quotidiano dolore, a un quotidiano rifiuto, fino alla catarsi delle ultime pagine.

L’autrice rivede oggi la madre con gli occhi di una donna adulta e ne ripercorre la storia da donna a donna, provando a comprenderne le scelte, gli errori, le paure.

Il testo ha una prosa sui generis, con una fortissima influenza strutturale e contenutistica della forma poetica. Credo che l’audiolibro, letto dalla stessa autrice su Audible, aggiunga qualcosa in più alla fruizione di questo testo.

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#8 La più amata (Teresa Ciabatti, Mondadori)

Non avevo mai letto un libro di Teresa Ciabatti, tranne per un breve tentativo con dei racconti e mi erano bastate due pagine per capire che non è un’autrice nelle mie corde.

Però avevo avuto ottimi feedback su questo titolo, inoltre l’autrice è stata anche finalista al Premio Strega 2021 e sentivo di volerla conoscere meglio.

L’impressione iniziale è stata confermata da questo ascolto e probabilmente se non fosse stato per l’audiolibro non sarei riuscita a portarlo a termine.

La scrittura di Teresa Ciabatti è talmente chirurgica da risultare fredda, i personaggi sono talmente respingenti che provare una qualsiasi forma di empatia è impossibile.

L’ho trovato un libro molto onesto intellettualmente, che non so se avrei avuto il coraggio di scrivere, per cui l’ho apprezzato soprattutto per questo aspetto.

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#9 Questo giorno che incombe (Antonella Lattanzi, HarperCollins)

Sono indecisa nel dire se questo libro sarebbe stato più bello da leggere o da ascoltare. A volte avrei voluto indugiare sulla bellezza di alcuni passaggi, ma essendo un libro molto parlato, in cui la voce ha un ruolo fondamentale, direi che anche l’esperienza d’ascolto è in grado di rendergli molta giustizia.

La vicenda: Francesca e Massimo si trasferiscono insieme alle loro due figlie piccole da Milano a Giardino di Roma, un quartiere a metà strada tra la metropoli e il mare. Hanno comprato casa in un condominio moderno e accogliente e qui si aspettano di trovare un luogo di pace e serenità.

Niente di più sbagliato: la tragedia è preannunciata e, dal momento in cui la famiglia mette piede nella nuova casa, si susseguiranno una serie di incidenti in un crescendo di tensione e disperazione fino all’epilogo finale.

Un romanzo bellissimo, capace di attraversare più generi, dal thriller alla storia d’amore, di riflettere sulla maternità e le sue angosce, di parlare del male e del dubbio, e capace di riscrivere, tra realtà e finzione, una storia vera. 

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#10 Poet X (Elizabeth Acevedo, Sperling & Kupfer)

Ho voluto ascoltare questo romanzo che è uno young adult per curiosità, dopo averlo visto per mesi nelle vetrine di qualsiasi libreria. Sapevo di non essere il target di età giusto, per questo non ho preso il cartaceo ma ho voluto comunque provare ad ascoltarlo appena l’ho visto su Audible.

È il libro che sarei stata felicissima di leggere da adolescente: una sorta di manuale di istruzioni per ragazze che hanno fame di vivere e cercano il loro posto nel mondo. La forza, la determinazione e quel pizzico di sfrontatezza della protagonista la rendono una baby icona femminista che mi sarebbe piaciuto scoprire a quell’età.

 Xiomara assapora la libertà di raccontare ad alta voce il suo mondo attraverso la poesia, fa esperienza della vita, delle relazioni, del suo corpo e lotta per trovare il suo posto.

Bello da leggere a tutte le età e super empowering per le giovanissime!

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