By Published On: 08/09/2022Categories: Lifestyle

Settembre è il mese delle ripartenze. Al rientro dalle vacanze, a chiunque mi chieda “come stai?” in questi giorni rispondo “bene, sono piena di cose da fare ma molto contenta”. Se me lo avessero chiesto ad agosto avrei risposto diversamente, molto stressata e a un passo dal burnout.

Gli ultimi due anni sono stati un enorme buco nero per tanti motivi diversi: psicologici, professionali, economici. Ero terrorizzata dal cambiamento e crogiolarmi in certe situazioni, di sofferenza ma pur sempre di sofferenza nota, mi dava l’illusione di avere tutto sotto controllo. Ma poi ho mollato.

Ho fatto molti salti nel vuoto nella mia vita, ho sempre inseguito il lavoro dei sogni, non mi sono mai voluta arrendere all’idea di fare qualcosa che non mi piacesse, anche se inevitabilmente è capitato di dover fare dei compromessi lungo il percorso. In prospettiva li vedo come piccoli momenti di stallo fatti apposta per prendere la rincorsa.

E per la ripartenza di questo settembre imparo dal passato, dagli errori, dalle situazioni scomode, dalle esperienze positive e da ciò che ho scoperto in quelle negative. Porto tutto con me, nel mio zaino metaforico da primo giorno di scuola.

Dopotutto credo che crescere sia come comporre un puzzle, e ogni anno ho un tassello in più per avere una visione più completa di chi sono e cosa voglio. Sto provando a costruire una realtà a misura dei miei obiettivi e forse per la prima volta, incredibilmente, ho le idee più chiare e qualche dubbio in meno.

Nell’ultimo anno ho cambiato tre lavori – ma sempre mantenendo il blog e i miei progetti come punti fissi – e sono passata da un lavoro in casa editrice a uno in agenzia, per poi capire che nessuna delle due dimensioni era veramente adatta a me.

Quella giusta l’ho trovata ancora una volta partendo da quello che mi piace fare, lavorando sodo e mettendo a frutto tutte le esperienze e le competenze accumulate in questi anni tra università e web. E ho scoperto che il cambiamento non è sempre negativo, e se si ha meno paura ci si gode il viaggio ancora di più.

A volte me lo dimenticavo e non vedevo il punto di arrivo, ma accanto avevo persone che incredibilmente lo vedevano molto meglio di me, e mi rassicuravano. Quando si dice “avere qualcuno che crede in te quando nemmeno tu lo fai”: è stato così, letteralmente, e mi sono stupita che avessero ragione.

Ora però è il momento di rimettere in fila tutti i pezzi e i cambiamenti degli ultimi mesi, riorganizzare la mia vita per evitare di rifinire a un passo da dal burnout e, per farlo, ecco i miei due buoni propositi di settembre: delegare ciò che può essere delegato e concedermi una vita al di fuori del lavoro.

Ma tranquille, non sono solo chiacchiere e frasi fatte che rimaranno qui a prendere polvere: ho già iniziato. Ora so che non posso scappare dal cambiamento e non posso più rifugiarmi nel confort delle mie zone scomode ma sicure.


Cambiare per il meglio, mettere a fuoco gli obiettivi, dire sì a quello che voglio e no a quello che non mi piace, è un lavoro continuo e difficilissimo, ma eccoci qui a parlarne, perché non siamo sole e avere trent’anni è un po’ casino per tutte.

E allora io mi sono già iscritta in palestra, messo dei paletti al mio tempo libero, fatto in modo di liberare degli spazi nel weekend, delegato alcune attività che mi hanno permesso letteralmente di comprarmi del tempo da dedicare a: lettura, riposo, persone, annoiarmi ogni tanto perché fa bene anche questo.

È un bel periodo, e come sempre credo che la positività attira positività e altre cose belle. Quando si è felici bisogna farci caso, sempre. E, possibilmente, condividere questa gioia.

Ai cambiamenti grandi e piccoli e al coraggio di affrontarli,

Fede

Piccolo extra di cose preferite al momento

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